L’interior design Maria Giulia Tannoja racconta la sua esperienza nella realizzazione del progetto:
“Conoscere, progettare, intervenire e documentare: un gruppo di alunni in stage per vivere una esperienza di integrazione”
Mi sono sempre occupata di ambienti e natura, di colori ed energia, di luoghi
che andassero oltre l’ estetica nel rispetto dell’eleganza e dell’armonia della natura. Sono percorsi lunghi e solitari, dove il mondo intimo delle emozioni si scontra
con una realtà che ci chiede di produrre, di essere veloci e di dare a tutto una spiegazione razionale. Cinque anni fa, avevo appena finito di ristrutturare un
agriturismo, lavoro nel quale avevo profuso tutte le mie conoscenze tecniche
e le mie intuizioni, quando incontrai un ragazzo veramente speciale, Umberto.
Mi piaceva osservare gli ospiti che venivano in contatto con quel luogo , osservavo le loro reazioni, se pur affascinati dalla straordinaria bellezza, la loro attenzione non andava mai in profondità, nessuno si soffermava a percepire l’anima di quei materiali, di quei colori, di quelle linee che si fondevano e confondevano con la natura.
Umberto, ragazzo diversamente abile, dagli occhi celesti e puri come l’immenso
del cielo, fu il solo capace di darmi quelle risposte che avevo cercato invano nei tanti sguardi distratti della gente comune. Lui entro’ nella sua stanza, colorata dalla rossa terra della Murgia; lui li’ rimase a lungo, immerso nel buio, disteso sul letto, lo sguardo attento rivolto al soffitto, catturato dal silenzio colorato di rosso.
Da allora ho ulteriormente approfondito i miei studi sull’importanza dei colori e sul loro effetto sulla psiche umana e ho continuato a domandarmi perche’, in particolare nei luoghi di cura, di studio, di lavoro si continuassero a proporre spazi anonimi ed impersonali, lontani da quell’armonia che la natura ci ricorda costantemente con le vibrazioni dei suoni e dei colori capaci di risvegliare l’anima umana. Ho tentato di sensibilizzare le istituzioni ma e’ stato un parlare al vento, fino a quando grazie alla fondazione diversoinverso, si e’ potuto creare quella connessione di forze capaci di immaginare e realizzare un progetto pilota, che ha visto lavorare insieme, grazie alla sensibilità e al contributo degli Assessorati alla Cultura e alle Politiche Sociali della Provincia di Ascoli Piceno, l’Istituto Mancinelli di Montelparo, le scuole(liceo socio-psico-pedagogico Mercantini di Ripatransone, l’Istituto Professionale “Ceci” di Cupramarittima e l’Istituto d’Arte Preziotti di Fermo) e il Comune di Montelparo e la Casa del Mattone. Questo progetto resterà nel mio cuore per le tante emozioni vissute e che tenterò di raccontare. Mai forse io, e tanto piu’ i giovani studenti, avrebbero potuto avere occasione di varcare la soglia dell’Istituto Mancinelli ormai grande casa per quei ragazzi uniti dalla loro diversita’, troppo dirompente per un mondo che ci vuole omologati nella vacua bellezza.
Tante sono le emozioni, i pensieri e le immagini che tornano nella mia mente……….
quando si dipinge la forza e l’energia sono fondamentali, e quelle stanze non potevano che essere colorate da quei giovani ancora entusiasti della vita, per loro e con loro si sono spalancate quelle porte, unendo mondi tanto diversi. Non e’ stato semplice armonizzare il nostro intervento con l’esistente, materiali e colori innaturali che non potevamo cancellare, non e’ stato semplice per gli studenti inziare a parlare e a raccontarsi, ma dopo il primo giorno sono superate le prime paure, prima fra tutte quella di poter sbagliare, di non saper disegnare, sentimento superato quando ho loro trasmesso che e’ “nell’imperfezione la vera bellezza” e allora sono tornati i sorrisi e il piacere di creare. E i ragazzi diversamente abili ci hanno accolto con entusiasmo. Umberto, dopo aver osservato tutte le valigie, ha scelto la turchese e la sua proprietaria altrettanto bella, decidendo di accompagnarla all’ostello. Alessandro ha fermato lo sgurdo attento sulle scarpe di tutti, poi ha scelto le più colorate, e quelle scarpe piene di colori abbiamo disegnato sui muri del suo reparto. Denny amava controllarci nei lavori e poi ha chiesto a Sebastian di disegnare sul muro della sua stanza il suo aereoplano di legno, compresa pista di atterraggio e un campo di fiori.
I gemelli hanno conquistato tanti abbracci, sono saliti con coraggio sulle scale, hanno spennellato con noi, chiedevano rose che nelle pareti diventavano fiori di campo.
Alessandro rientrato in reparto e viste le scarpe sul muro ha iniziato a saltare gridando: pagliacci! pagliacci! Erano le scarpe dei clouwns. Non posso dimenticare lo sguardo incantato di Manuel che girando su se stesso e seguendo i colori trasmetteva tutta la sua gioia. Umberto guardava il lavoro finito, scrutava attento quasi a voler cercare l’imperfezione, non ho potuto fotografare ne’ i suoi occhi ne’ quelli degli altri, ma sono tutti nel mio cuore.