Il non luogo dei sogni trova spazio, realtà e concretezza nell’arte; e quanto più il messaggio onirico, con le sue luci e le sue ombre, e’ potente e spesso ermetico, tanto più l’arte che prova a dare forma a quelle visioni, risulta viva e capace di trasmettere emozioni.
Il presente progetto propone di sviluppare un itinerario espressivo che abbia come tematica comune le forme del sogno. Itinerario perché si estrinseca e si dipana attraverso tre diversi linguaggi artistici: le opere coroplastiche di Mariangela Ruccia, le suggestioni cromatiche dei quadri di Maria Giulia Tannoja e il linguaggio poetico di Elvira Manco che cerca e tesse il filo conduttore fra espressioni creative apparentemente diverse ma profondamente simili, poiché il sogno, la ricerca interiore, il bisogno di dare voce e corpo alla propria identità che non sia solo quella socialmente riconosciuta, accomuna i diversi percorsi delle tre artiste.
L’intento non e’ certo quello di una semplice mescolanza di generi per rendere più io e appetibile l’evento; l’intento, piuttosto, e’ quello di creare suggestioni a più livelli sensoriali per indurre nello spettatore quel trasalimento dell’anima, quella sosta della mente, quell’attimo di riflessione o di semplice accoglimento che avvicini il visitatore al cuore dell’artista.
Sogno, visione, desiderio, aspirazione, tumulto e pacificazione; impeti interiori che urgono e chiedono spazio; si mescolano agli elementi primordiali: terra, fuoco, aria, acqua e trovano corpo nelle ceramiche arcaiche e fiabesche di Mariangela Ruccia, nelle esplosioni cromatiche di Maria Giulia Tannoja, nella cura della parola che indaga il mondo sotterraneo delle emozioni di Elvira Manco.
Le ceramiche di Mariangela Ruccia attingono a una realtà più vasta e più profonda di quella logica ed esteriore, ?il cromatismo vivo e lucente, la fabulazione visiva, il piano contiguo tra esperienza sensoria e linguaggio della psiche, spalancano le porte della percezione di chi guarda le opere, e le riconosce, e le fa proprie, quasi familiari? (Silvia Barile).
In Maria Giulia Tannoja la trascrizione delle sensazioni oniriche avviene con un automatismo spontaneo, fisico ed istintuale. Quel che ne nasce e’ un labirinto di sogni e colore all’interno del quale e’ lecito che ciascuno immagini ciò che più desidera o, al contrario, che più teme.
Per Elvira Manco la poesia, gravida di verità analogiche, fluttuanti fra realtà oniriche e sogni concreti?.. apre un portale su dimensioni altre, dove il passato e il presente si fanno storia e l1uomo non e’ altro che emozioni.? (Silvia Barile).